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Austria: 6 anni per diventare medico, ma subito in corsia

Sei un cittadino italiano in procinto di trasferirti o di andare in Austria per turismo? Devi sapere allora come funziona il sistema sanitario e quali documenti ti servono per avere l’assistenza necessaria in caso di infortunio o malattia.

Facciamo il viaggio nella sanità austriaca accompagnati da Lorenza Scarpa, medico nucleare di Trieste, da dieci anni a Innsbruck nel Tirolo.

Formazione: in Austria numero chiuso a medicina

Un giovane medico italiano per la specializzazione o per una esperienza di lavoro può andare in Austria, senza grosse difficoltà. Le posizioni aperte ci sono, i chilometri dall’Italia sono pochi e per la formazione di un giovane medico la sanità austriaca è una buona soluzione. «Per intraprendere la professione del medico in Austria occorre superare un esame di ammissione, come in Italia – spiega Lorenza Scarpa -. Ci sono sei anni di studio da fare, ma se cinque anni sono principalmente teorici, con una piccola percentuale di pratica, nell’ultimo anno lo studente  viene completamente introdotto nel mondo del lavoro con un’attività quasi esclusivamente pratica».

Formazione: meno teoria e più pratica

Ogni studente deve frequentare un reparto di medicina interna, un reparto di chirurgia e delle materie a scelta». La teoria lascia dunque il passo alla pratica sul campo e, rispetto all’Italia, le materie non sono tutte obbligatorie. Lo studente può scegliere da subito verso quale branca indirizzarsi. «La formazione austriaca è buona, ma l’Italia oggi ha una marcia in più nella teoria, indispensabile per diventare un buon medico. Quando  un medico italiano va all’estero porta con sé una formazione di eccellenza».

Specializzazione senza sbarramento

Se esiste un numero chiuso per entrare a Medicina, in Austria non c’è alcuno sbarramento per la specializzazione, considerata, a tutti gli effetti, un lavoro. «Per accedere occorre inviare il curriculum e sostenere un colloquio con il primario del reparto – fa notare Scarpa -. Ci sono ospedali universitari, e altri no. I primi richiedono un numero di pubblicazioni che permettono di intraprendere anche la carriera universitaria, mentre chi viene assunto come specializzando in un ospedale non universitario, non ha obbligo di ricerca e di pubblicazione».

Specializzazione in quattro anni

In Austria la durata della specializzazione è di quattro anni. Non ci sono lezioni teoriche e lo specializzando deve sostenere un solo esame, non necessariamente al termine del percorso. «Può essere fatto anche al termine del primo anno di specializzazione e non deve fare una tesi – puntualizza la dottoressa italiana -.  Il lavoro? Si tratta a tutti gli effetti di un posto di lavoro contrattualizzato e ben remunerato».

Sanità in Austria: sempre più cittadini si rivolgono al privato

In Austria esiste un servizio sanitario pubblico che si basa sul principio dell’obbligatorietà dell’assicurazione sanitaria che copre il 99% della popolazione. Questa assicurazione a cui ogni lavoratore ha diritto copre sanità, infortuni, pensione e disoccupazione. «Le casse permettono ai lavoratori di avere la sanità pubblica, integrata poi, nella maggior parte dei casi, da una assicurazione privata che i cittadini sottoscrivono a proprie spese».  I medici che lavorano nella sanità pubblica possono anche fare la libera professione, ma solo a discrezione del primario. «Nel caso del doppio lavoro è necessario comunicare il doppio ruolo all’Ordine dei medici».

Orario di lavoro

«I contratti di lavoro sono da quaranta ore settimanali, ma a causa dei turni di notte il monte ore sale e si fanno molti straordinari. Nel privato ci sono anche contratti da 32 ore con la possibilità di utilizzare la telemedicina».

Contratto ospedaliero o universitario

Esiste una differenza sostanziale tra medico ospedaliero  e del territorio – dice Lorenza Scarpa – . In ospedale ci sono due tipi di contratto: ospedaliero e universitario, ma i licenziamenti in Austria sono possibili anche con il contratto a tempo indeterminato».  La retribuzione è un elemento di forza dell’Austria, infatti i contratti sono più vantaggiosi anche se Scarpa ricorda che «Il costo della vita è più alto. I servizi funzionano bene e le famiglie sono molto tutelate. Per un medico l’ambiente di lavoro è tranquillo senza differenze tra nord e sud».

Sanità in Austria: per turismo serve la tessera TEAM

Un cittadino italiano che sceglie di andare per turismo in Austria deve portare con sé la tessera TEAM (Tessera Europea di Assicurazione Malattia) che ha sostituito il vecchio modello E111. Ogni cittadino italiano dovrebbe esserne provvisto perché si tratta della consueta tessera sanitaria che si richiede all’ASL di appartenenza e riporta il codice fiscale. Se necessita di una visita medica può recarsi in un ospedale o in un ambulatorio convenzionato e richiedere assistente esibendo la tessera TEAM.

Intervento all’estero: cosa serve per l’Austria

Diverso è il caso in cui debba sottoporsi ad un intervento di alta specializzazione all’estero. «Molti campioni sportivi hanno scelto proprio questa zona per curare le ginocchia», conferma Lorenza Scarpa. Sul territorio invece il medico di medicina generale è il primo riferimento per ogni cittadino. «A causa della conformazione geologica del paese, prevalentemente in montagna con piccoli comuni, la sanità austriaca delega al medico di medicina generale molte prestazioni come esami del sangue, suture, piccoli interventi in ambulatorio. Al suo fianco ci sono poi gli ambulatori specialistici sia convenzionati che privati. La scelta spesso ricade su questi ultimi perché i tempi di attesa sono più brevi e i cittadini possono ammortizzare i costi grazie all’assicurazione».

Assistenti infermieri affiancano i medici di medicina generale sul territorio

La sanità austriaca non potrebbe fare a meno oggi dell’assistente infermiere. Si tratta di una figura formata con un corso che affianca il medico per svolgere compiti amministrativi (appuntamenti, ricette, referti), ma al tempo stesso misura i parametri del paziente e fa i prelievi di sangue. «Questa organizzazione consente di delegare al medico di medicina generale molte prestazioni e di ridurre le liste d’attesa in ospedale – ammette il medico italiano -. Anche se dopo il Covid pure in Austria le liste d’attesa si sono allungate. Per questo  i cittadini sfruttano molto le assicurazioni e si rivolgono al privato. I costi? Una visita completa con esami costa circa 250 euro di questi 70 euro vengono poi rimborsati dal servizio sanitario nazionale».

All’E-Card pensa il datore di lavoro

Gli italiani che si trasferiscono per lavoro in Austria devono  avere il Kranchenscein, ovvero il certificato emesso dalla cassa Assicurativa Sanitaria a cui appartengono. Oggi è una tessere elettronica E Card rilasciata dal datore di lavoro che versa i contributi direttamente al fondo sanitario. Nel caso di lavoro autonomo, invece, spetterà al lavoratore versare i contributi volontariamente tramite la registrazione presso il Sozialversicherung der gewerblichen Wirtschaft.