Medici tra Italia ed estero: come funziona la tassazione per chi lavora oltre confine

tassazione per chi lavora oltre confine

In un mondo sempre più mobile e interconnesso, sono numerosi i medici italiani che decidono di esercitare la propria professione anche all’estero, così come non mancano i colleghi iscritti all’AIRE che desiderano mantenere un’attività, anche saltuaria, in Italia. Ma cosa prevede la normativa fiscale in questi casi? Dove vanno pagate le tasse? Quali obblighi dichiarativi esistono?

Vediamo di fare chiarezza su una questione spesso complessa e fonte di dubbi per molti professionisti sanitari.

Medico residente in Italia che lavora anche all’estero: tassazione mondiale

Chi è fiscalmente residente in Italia è soggetto al principio della tassazione mondiale dei redditi. Questo significa che deve dichiarare tutti i redditi percepiti, ovunque siano stati prodotti, sia in Italia che all’estero.

Il concetto di residenza fiscale è stabilito dall’art. 2 del TUIR: un soggetto è considerato residente in Italia se, per almeno 183 giorni all’anno, risulta:

  • iscritto all’anagrafe della popolazione residente;
  • oppure ha in Italia il proprio domicilio o la residenza ai sensi del Codice Civile.

In questa situazione, un medico che esercita temporaneamente in Svizzera, Francia o Regno Unito dovrà comunque dichiarare in Italia i redditi prodotti all’estero, beneficiando eventualmente del credito d’impostaper le imposte già versate oltreconfine, così da evitare la doppia imposizione.

La dichiarazione dei redditi dovrà includere i quadri specifici (es. quadro RE per il lavoro autonomo, quadro RW per attività finanziarie detenute all’estero, e quadro CE per il credito d’imposta estero).

Medico iscritto all’AIRE che lavora saltuariamente in Italia: tassazione solo sui redditi italiani

La situazione cambia completamente per i medici residenti all’estero e regolarmente iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero).

In questo caso, il medico è considerato fiscalmente non residente in Italia e sarà tassato in Italia solo per i redditi prodotti nel territorio nazionale.

Ad esempio, se un medico residente in Germania svolge un’attività occasionale di consulenza in una clinica italiana, dovrà pagare le tasse in Italia solo per quella prestazione, mentre tutti gli altri redditi esteri non rientrano nella sfera impositiva italiana.

In tali casi:

  • la prestazione resa in Italia può essere soggetta a ritenuta alla fonte da parte del committente;
  • è necessario presentare comunque una dichiarazione dei redditi in Italia, anche come non residente, se si percepiscono compensi da lavoro autonomo, d’impresa o da locazioni;
  • si applicano le Convenzioni contro la doppia imposizione stipulate dall’Italia con altri Paesi, che stabiliscono dove tassare i redditi in base alla natura della prestazione e al luogo in cui è svolta.

Convenzioni internazionali e doppia imposizione

L’Italia ha stipulato convenzioni fiscali bilaterali con la maggior parte dei Paesi del mondo. Questi accordi definiscono con precisione quale Stato ha diritto a tassare un determinato reddito.

Generalmente:

  • i redditi da lavoro autonomo si tassano nel Paese in cui è effettivamente svolta la prestazione;
  • in assenza di una “base fissa” nel Paese estero, può esserci esclusione dall’imposizione locale (a seconda della convenzione).

È quindi importante consultare la convenzione fiscale in vigore tra l’Italia e il Paese estero coinvolto per determinare l’imposizione corretta.

Obblighi dichiarativi e aspetti previdenziali

Oltre alla fiscalità, vanno considerati anche gli obblighi previdenziali:

  • Il medico residente in Italia, con o senza partita IVA, dovrà iscriversi all’ENPAM (se convenzionato) o alla Gestione Separata INPS, a seconda della natura dell’attività.
  • Il medico iscritto all’AIRE che lavora occasionalmente in Italia potrebbe essere comunque tenuto a versare contributi per la parte di attività svolta sul territorio.

Due esempi pratici

🔹 Caso 1: un medico residente a Milano lavora per due mesi in una clinica svizzera.
➡ Deve dichiarare anche quel reddito in Italia e può chiedere un credito d’imposta per le tasse pagate in Svizzera.

🔹 Caso 2: un medico residente a Parigi e iscritto all’AIRE effettua consulenze occasionali in Italia.
➡ Dovrà pagare le tasse in Italia solo sui compensi italiani, ed eventualmente richiedere in Francia il credito d’imposta per evitare la doppia tassazione.

Conclusione

Tipo di medico Tassazione in Italia Dichiarazione fiscale
Residente in Italia Su tutti i redditi, italiani ed esteri Obbligatoria, con quadri esteri
Residente estero (iscritto AIRE) Solo sui redditi prodotti in Italia Solo se si percepiscono redditi italiani
Lavora brevemente in Italia Tassazione in Italia se prestazione svolta sul territorio Sì, anche come non residente

Nel contesto attuale, è fondamentale per ogni medico che eserciti su più fronti territoriali conoscere a fondo le regole della fiscalità internazionale, per evitare sanzioni, doppie imposizioni o omissioni. Un consulente fiscale esperto in fiscalità internazionale sanitaria può fare davvero la differenza.